
Perdonatemi, non voglio essere il solito esterofilo, ma proprio non capisco il merito dell'Italia nell'affare Concordia, se non quello di aver fornito un capitano imbecille e degli scogli sui quali arenarsi.
Tutti i giornali parlano di grandi meriti per l'Italia che ha riscattato la propria immagine... Riscatto? Come? Cosa c'è di straordinario? Pensavano forse di lasciarla lì?
Più che altro da tutta questa storia abbiamo imparato due semplici lezioni, noi che abbiamo li occhi minimamente aperti per vedere che fuori da l'Italia "c'è tutto un mondo intorno", se mai ne avevamo bisogno.
Siamo una delle patrie dell'ingegneria navale, eppure siamo andati a prendere un Sudafricano per tirarci fuori dai guai. Quindi o non siamo abbastanza bravi, o l'unico modo per fare velocemente (e seriamente) questa cosa era andare a prendere il meglio che il mondo offre. Finalmente qualcuno lo ha capito: viviamo in una società globalizzata, dove la serietà, professionalità e competenze valgono più di un passaporto!
Seconda lezione: i giovani non sono poi così inaffidabili. Degli 11 eroi, come li chiama il corriere, quasi la metà hanno sui trentanni o meno. Ovviamente tutti provenienti da altri paesi. Gli unici italiani parte del team sono oltre i 50, addirittura oltre i 60. Nulla contro le persone più mature, vorrei solo vivere in un paese dove i giovani hanno più spazio, sono più responsabilizzati e meno coccolati.